Gli otto trigrammi, lati e angoli, diventano la canzone delle otto parole. Il numero tredici, dopo tutto, non è troppo grande. Anche se non è molto grande, (comunque) se non vi è equilibrio e una base stabile, si rischia di perdere (la chiave di mantenere) la vita (morbida) e (il capo) sospeso dall’alto, e perdersi nel lamento. Il continuo importante suggerimento contiene solo due parole. Riflettere attentamente sul sovrano e sui sottoposti, le ossa e la carne (i muscoli). Se il Gongfu dell’interno e dell’esterno è tutto non rotto, come si può fallire nel combattimento. Quando ci si incontra con un avversario (tutte le reazioni) saranno naturali. Da e per (scambio di tecniche ripetutamente tra cielo e terra (Yin e Yang). Speriamo solo di essere capaci di rinunciare a noi stessi (seguire l’avversario), senza grossa difficoltà , quindi il sopra e il sotto , avanzare e ritrarsi, possono essere eseguiti con continuità senza sosta.
Tutto il Taijiquan nasce e si sviluppa sulla base delle tredici posizioni originarie. Gli Otto Jin detti anche le otto porte che rappresentano le tecniche di base e i cinque spostamenti o direzioni che costituiscono le strategie dell’azione. Il punto centrale, l’aspetto chiave per la realizzazione efficace delle applicazioni è costituito dall’equilibrio centrale. L’equilibrio nasce dalla consapevolezza e sensazione del centro che si basa sull’esistenza di radici solide e profonde. Esistono però anche altre chiavi fondamentali che possiamo osservare e che sono essenziali per la corretta esecuzione delle tecniche.
Bù duàn (不斷): “la non rottura”. 斷 (semplificato 断) duàn, significa spezzare, rompere, ma anche rinunciare. Quindi non rompere, non rinunciare non troncare, che si rifà direttamente alle tecniche fondamentali del Taijiquan e Tui shou del connettersi ed aderire, quindi non rompere, qui significa non dare discontinuità all’azione di connettersi ed aderire.
Yǐ yì yǐn qì (以意引氣): “usare la mente per guidare il Qi”. La mente Yì è l’intenzione, la volontà. Essa guida il Qi attraverso la grande circolazione all’interno del corpo e lo trasferisce all’esterno nell’azione. Chiave fondamentale qui è il lavoro contemporaneo tra la coltivazione interna ed esterna. Se non impariamo a far circolare l’energia all’interno del corpo nei canali della Grande Circolazione, per quanto il nostro allenamento si intenso e impegnativo, resterà difficile esprime la forza all’esterno. Forza intesa non come forza fisica (lì力), ma come Jin (勁)con l’intensità esplosiva (fā jìn, 發勁) che costituisce lo scopo di base del Taijiquan. L'allenamento e l'esecuzione dura e impegnativa dal punto di vista muscolare, spesso costituisce un freno, più che un vantaggio per la corretta pratica. Usare troppa forza muscolare crea resistenza nei canali energetici, irrigidendo in modo speciale i fasci lungo la schiena, che servono a muovere la spina dorsale, quando il movimento interno non è fluido e naturale. I movimenti e l’esecuzione delle forme, anche se plastici e di grande effetto coreografico, molte volte non sono indice di esecuzione corretta ed efficace, né dal punto di vista della circolazione interna, né dal punto di vista dell’efficacia nell’applicazione marziale.